giovedì 31 maggio 2012

Fine del mondo 21 Dicembre? No, il 5 Giugno


Fine del mondo: nuovo Ciak. L’imminente passaggio di Venere sul disco solare (accadrà il 5 giugno prossimo) ha scatenato una nuova isteria apocalittica, ancora una volta legata alla la fine del ciclo calendariale dei Maya. La nuova interpretazione della profezia è stata enunciata a metà marzo scorso dall’archeologa americanista Maria Longhena, nell’ultima delle conferenze della terza edizione di «Kon Tiki, Rassegna del Documentario di Archeologia e di Viaggi», a Bologna. Per alimentare questa speculazione si prende come riferimento preciso allineamento Sole-Venere-Terra del 5 giugno 2012 e lo si lega alla fine del nostro mondo, anticipando il disastro globlale di 200 giorni rispetto al solstizio invernale di quest’anno.

In dettaglio la nuova profezia e il ruolo di Venere.

Partiamo dal fatto che già la certificazione della fine dei tempi il 21 Dicembre 2012 è già ampiamente contestata, non solo nel merito ma anche nel metodo di calcolo, considerando l’arbitrarietà del conteggio a ritroso dei tredici Baktun (periodi di 400 anni) del «Conto lungo» del calendario dei Maya che fisserebbe il loro anno zero all’11 agosto del 3114 a.C. della nostra cronologia. Ma vediamo perchè si è arrivati al 5 Giugno 2012 e perchè si è scomodato un allineamento cosmico.

 Perché sarebbe così importante questo passaggio di Venere?

La divinità legata a questo pianeta - ha spiegato Maria Longhena - era associata a eventi nefasti, come alluvioni, disastri, guerre. E la fine del ciclo del «conto lungo» calendariale maya è prevista con sventure, esattamente come la fine del ciclo precedente: quest’ultima è rappresentata, nel Codice di Dresda, con un diluvio universale simboleggiato da un immane drago che vomita le acque sulla Terra. Appiglio un pò debole ma la Loghena pare crederci davvero.

Anche se è complicato decodificare le profezie dei sacerdoti maya, una chiave di lettura legata al transito di Venere sul Sole è stata proposta anche dall’astrofisico Jesùs Galindo Trejo che ha studiato i dipinti parietali nella «Sala degli Affreschi» a Mayapan: i 13 Baktun del «Conto lungo» si compiranno secondo lui al prossimo transito di Venere sul Sole, ossia il nostro 5 giugno. E le scritture incise su una grande stele di pietra a Tortuguero (nel Tabasco, il profondo sud del Messico) prevedono con certezza la fine del ciclo calendariale «al compimento del “Conto lungo”, con la discesa dal cielo di un essere soprannaturale, il quale porterà...» dice il ricercatore. 

 Cos'è esattamente il passaggio di un pianeta davanti al Sole ?



Il “transito” o “passaggio” di un pianeta davanti al disco del Sole e’ un  fenomeno abbastanza raro. Osservando dalla Terra solamente due pianeti del Sistema Solare possono dar luogo a tale avvenimento: Venere e Mercurio. Infatti, e’ necessario che il pianeta che “transita” sia in una posizione intermedia tra il Sole e la Terra, ovvero percorra un’orbita intorno al Sole interna a quella della Terra.

Il passaggio di un pianeta davanti al disco solare e’ determinato da un particolare allineamento del tipo Sole - Venere (o Mercurio) - Terra. L’orbita della Terra e di Venere giacciono su piani diversi, che si intersecano lungo una retta, detta linea dei nodi (AB), sulla quale giace il punto che rappresenta la posizione del Sole. Perche' si verifichi il transito di Venere davanti al Sole e' necessario che i due pianeti si trovino contemporaneamente su questa linea (ad esempio la Terra nel punto A e Venere nel punto C). Questa condizione si verifica per un breve periodo di tempo e determina una specie di eclisse di Sole, nel caso specifico non provocata dalla Luna ma da un pianeta.

Insomma un evento raro ma convenzionale, che non si capisce su quali basi dovrebbe provocare caos cosmici. Ma non abbiamo certo la possibilità di smentire nessuno.


(fonte: ufoonline.it)


sabato 26 maggio 2012

Robert Koontz: Gli impianti alieni sono un argomento molto serio


Il dottor Robert Koontz ha un Ph.D. in fisica nucleare sperimentale e, attualmente, sta tentando di creare una tecnologia che permetterà l’estrazione di quantità utilizzabile di energia dal vuoto. Questa ricerca segue quelle di Nikola Tesla e del dottor Thomas Henry Moray. Ebbene questo autorevole personaggio scrive una lettera aperta che mette in guardia sui rapimenti alieni e sugli impianti che vengono trovati all’interno delle vittime. Ecco cosa scrive:

Sono un Ph.D di ricerca sperimentale in fisica nucleare, e una volta ero nella US Navy’s Naval Security Group. Mentre fui assegnato alla National Security Agency, ho insegnato elettronica relativa alla raccolta di informazioni a distanza. Per un lungo tempo ho avuto autorizzazione National Security Agency Top Secret con Cryptographic Endorsement e Code-Word Access.

Nel collegamento web di sotto, ho postato articoli e informazioni sul mio background
che accertano le mie credenziali.

http://www.doctorkoontz.com/bio/Deep_Background/index.htm

Per quanto riguarda le relazioni di Whitley Streiber sugli impianti alieni e la sua recente intervista da parte del Dr. Roger Leir, e anche per quanto riguarda l’intervista di Whitley di uno scienziato americano che afferma di essere stato impiantato con un qualche tipo di dispositivo tecnologico, trovo le prove molto convincenti.

In particolare, nei rapporti segnalati rilevo isotopi non terrestri dell’impianto putativo, emissioni indicanti energia elettromagnetica e la microstruttura apparente del possibile dispositivo. Questa è la prova fisica che esiste e può essere analizzata.

Prendo atto anche che lo scienziato intervistato sembra abbastanza lucido e ragionevole. Inoltre, lo scienziato ha conoscenze dimostrabili su nano-tubi di carbonio e sembra essere per davvero lo scienziato che afferma di essere.

Non vedo alcun motivo di dubitare su quello che questi uomini stanno dicendo. Infatti, piuttosto è vero il contrario: La mia opinione è che la questione debba essere presa molto seriamente e, infine, dovrebbe essere affrontata apertamente da entrambe le autorità federali e dal pubblico.

Tuttavia, mi rendo conto che è improbabile che le autorità federali affrontino apertamente la questione, e la mia opinione è che i media giornalistici tradizionali non scriveranno anche un solo, imparziale, articolo sul tema.

Tuttavia, se è vero che persone extraterrestri inseriscono impianti nei corpi dei cittadini americani e scienziati americani, allora la questione è di natura di sicurezza nazionale che potrebbe essere più grave della minaccia di al-Qaeda e Corea del Nord.

E’ possibile che i miei commenti saranno accolti con scherno e derisione, in alcune strutture. Ma questo non mi dissuade affatto. Lasciate che i chip possano cadere. La verità è un alleato.

Cordiali saluti,

Dr. Robert W. Koontz, Ph.D.

  


(fonte: http://centroufologicotaranto.wordpress.com)

martedì 22 maggio 2012

Terremoto Emilia, profezie Maya e Nostradamus



E come sempre accade, lo avevano detto. Chi? I Maya, ovviamente. Ebbene sì, anche il terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna nella notte tra sabato e domenica e sentito in tutto il nord Italia pare fosse stato previsto dall'antica popolazione sudamericana.

Al centro del dibattito vi è Twitter, perché è proprio sul social network che si sta diffondendo la profezia. Ma perché proprio il 20 maggio sarebbe iniziato quel processo di 'cambiamento' (o 'fine del mondo' che dir si voglia) che avrebbe termine il 21 dicembre? Perché in tale data si allineano le Pleiadi con il Sole e con la Terra: un fenomeno che avviene ogni 26mila anni. E, siccome non ci vogliamo far mancare davvero niente, contemporaneamente si verificherà anche un'eclissi di Sole.

Tra i primi 'sostenitori' di questa teoria vi è Red Ronnie, che, sul suo Twitter ha doviziosamente spiegato perché e per come tutto questo dovrebbe avvenire.

E i Maya l'avevano detto: l'eclissi, infatti, è prevista dall'oramai famoso 'Calendario' per il 20 maggio, in coincidenza proprio con il raro allineamento planetario, che sarà visibile a Taiwan, in Giappone e in Cina, così come negli Usa. E vogliamo parlare di quando avviene questa eclissi? Certo: allo zenith della piramide di Chichén Itzà, monumento che onora Kukulkan, il dio Maya che dovrebbe tornare sulla Terra il 21.12.2012. Ma non è finita: l'eclissi di sole avviene sessanta giorni dopo l'equinozio di primavera (il 20 maggio appunto) e crea sulla sommità della piramide un movimento 'del serpente': questo è stato considerato una sorta di 'campanello di allarme' inserito dalla popolazione mesoamericana, su quella costruzione che, di fatto, pare essere più un 'orologio' che un monumento.

Cosa c'entra con i terremoti tutto questo? Secondo i Maya i movimenti planetari influenzavano grandemente quello che avviene sulla Terra e, quindi, clima, movimenti tellurici, ma anche vulcani in eruzione.

E fin qua, i Maya, per la gioia dei molti appassionati di queste tematiche. Ovviamente, le profezie non mancano anche dalle nostre parti e, infatti, puntuale arriva anche Nostradamus, che in una sua quartina pare - il condizionale è d'obbligo - abbia predetto un terremoto per il 20 maggio. Dice infatti che il 'giorno 20 del Toro, il suolo tremerà così forte che aria, terra e cielo si oscureranno e i serpenti infedeli verranno sopraffatti da Dio. Grandi e improvvise inondazioni non permetteranno di trovare luoghi o terre sulle quali rifugiarsi, perché l'onda raggiungerà il Fesulano olimpico'.

E mentre la terra ha tremato non solo in Italia, ma anche in Cile, in Brasile e in Giappone, lasciamo agli appassionati di previsioni catastrofiche la certezza di essere di fronte alla dimostrazione che 'I Maya lo avevano detto' ed atteniamoci alla scienza che vuole che i terremoti non siano, di fatto, prevedibili, leggendo con la curiosità di sempre anche 'l'altra campana'.

(fonte: loschermo.it)

sabato 19 maggio 2012

John Lennon ebbe un'esperienza di contatto alieno



Oggi vi riportiamo una storia davvero singolare, nota forse a pochi se non agli addetti del settore.
Sembra infatti che John Lennon, famosissimo membro dei Beatles, abbia avuto nella sua vita un'esperienza di contatto alieno a tutti gli effetti.

"Era verso la metà degli anni Settanta e stavamo mangiando in un ristorante di New York. C’era anche Yoko"... iniziava così un incredibile articolo del quotidiano britannico “The Telegraph” che nel ‘96 riportava i contenuti di una conversazione fra John Lennon ed un cronista suo amico, il cui nome è rimasto peraltro ignoto. Non era
ancora nato Sean, frutto dell’unione fra John Yoko, e il periodo che l’ex Beatle e la sua compagna, incinta di alcuni mesi, stavano vivendo, era stato burrascoso.
Si erano trasferiti a New York City nel 1971. La città aveva accolto a braccia aperte quei due strani signori, magri e non troppo ben visti dall’Immigration USA, né dall’FBI, dati i passati trascorsi di Lennon come “radicale”, artista arrabbiato e politicamente scomodo (un pesce fuor d’acqua nella vecchia Inghilterra, ormai pronta ai furori del movimento punk) e avevano acquistato un sontuoso appartamento al Dakota, sulla 72.ma Strada Ovest, a pochi metri dal Central Park. Manhattan era perfetta per lui. Lo seguivano, lo tenevano d’occhio, il suo fervore politico non piaceva agli Americani, ma a New York tutto era possibile. Fu in un bar, di tardo pomeriggio, che John raccontò all’amico Uri Geller di una sua esperienza che lo aveva profondamente
scioccato e che aveva preferito tenere per sé. Si erano sistemati in un tavolo appartato, lontano dai curiosi.

Una luce accecante

John aveva incontrato degli esseri che, secondo lui, non potevano esistere su questo pianeta. Erano diversi da noi, logico quindi che chiedesse lumi proprio a Geller, il più famoso sensitivo del mondo, il cui nome era balzato agli onori delle cronache in quegli anni. Come il belga Croiset, Geller non “piegava solo i cucchiaini”, lavorava
con polizie di Stato e servizi di intelligence di mezza Europa, per ritrovare persone scomparse, esattamente come accaduto recentemente qui in Italia, con il caso di Chiara Bariffi, la sfortunata ragazza il cui corpo è stato rinvenuto, grazie ai suggerimenti della sensitiva Maria Rosa Busi, all’interno della sua auto, nel lago di Como.
Lennon raccontò che quella notte, doveva essere il Febbraio-Marzo 1977, stava dormendo, con Yoko al suo fianco, nella camera da letto nel “flat” del Dakota. Improvvisamente, una luce. Lennon sentì di dover aprire gli occhi, qualcosa lo stava richiamando, ma non era una voce, era una luce, fortissima che proveniva dalla stanza attigua, filtrava attraverso la porta. Un “pattern” o “modello” nella fenomenologia delle abductions, questo della luce quale prima sensazione di una “presenza anomala” che potremmo definire fra i contrassegni di una possibile esperienza di contatto o di “rapimento”. Lennon pensò a degli intrusi, qualcuno che fosse riuscito ad entrare nell’appartamento, si alzò di scatto e si slanciò verso la porta della stanza, la spalancò e si trovò davanti quattro quattro esseri, molto piccoli, sembravano simili ad insetti, ma umanoidi. Avevano grandi occhi, inespressivi e lo stavano fissando.

Il silenzio

A chi sia capitata un’esperienza del genere, ciò che vide Lennon non giunge nuovo. Corpi grigiastri, che sembrano improvvisamente comporsi, agglomerarsi come pulviscolo luminoso, possono apparirti improvvisamente, senza preavviso e senza chiedere il tuo permesso, penetrano nel tuo spazio-tempo vitale, ne fanno parte, evidentemente, ma ancora più evidentemente, sono “sbagliati” non dovrebbero essere lì, è impossibile e fai fatica a convincerti che non stai sognando. Come si sa, nel caso di John Lennon, l’artista non aveva mai fatto mistero delle sue esperienze psichedeliche, nè all’epoca dei Beatles, né dopo. Ma quella sera no, non aveva assunto sostanze, né alcol. Era andato a dormire sobrio e si era svegliato lucidissimo e impaurito, di soprassalto. Qualcuno potrebbe obiettare su un possibile “ritorno” di Lsd nel suo cervello, ma Lennon disse a Geller che lo escludeva del tutto, quelle “persone” erano lì per davvero, e la loro presenza era reale. Sentendosi soggiogato da un’immanente forza psichica, cercò di reagire e di scacciarli fisicamente, ma non ci riuscì. Le loro capacità mentali lo avevano bloccato. Un altro dei “pattern” delle abduction: la sensazione di immobilizzazione e di impotenza che il soggetto prova nel momento del primo contatto. Non si sfugge. Molti ricorderanno Travis
Walton, il taglialegna di Snowflake, Arizona, che a metà degli anni ‘70 fu protagonista di un drammatico, ma a lieto fine, caso di rapimento, avvenuto sotto gli occhi di testimoni, i suoi compagni di lavoro. All’interno dell’astronave, Walton, al suo risveglio dalla “catalessi” in cui era stato indotto, si ritrovò circondato da un gruppo di “Grigi”, ai quali riuscì a sfuggire, scrollandosi dalla loro presa molto facilmente. Ma cosa era successo veramente, com’era arrivato dentro quell’astronave? Il ricordo riemerse solo in seguito alle sedute di ipnosi regressiva condotte dal dottor James Harder e con la supervisione dell’astronomo Allen Hynek. Lennon, a quanto si sa, non si sottopose mai ad ipnosi per ricostruire quegli eventi. La sua memoria però non rispondeva, era stata cancellata e solo confusamente ricordava sprazzi dell’esperienza, e poi se ne erano andati e lui si era
ritrovato sdraiato sul letto, accanto a Yoko, ma sopra le coperte. Yoko, in quel momento era sveglia e intuiva che qualcosa non andava. Lennon non seppe rispondere, ma in mano aveva un oggetto, metallico, ovoidale. Glielo avevano lasciato loro. Lo regalò a Geller, che lo custodisce ancora oggi.


(fonte: dnamagazine)


giovedì 17 maggio 2012

Modificare il presente per modificare il passato


 Un gruppo di fisici ha appena ottenuto ciò che sembrava impossibile: il cambiamento di un evento rispetto a quello che era successo prima. L’impresa è stata realizzata sfruttando una strana abilità di particelle subatomiche che era stata prevista, ma mai fino ad ora era stata stabilita. La straordinaria scoperta è pubblicata su Nature Physics. Un lungo elenco di straordinarie proprietà delle particelle subatomiche aggiunte, ora avranno la capacità di influenzare il passato. Oppure, detto in altro modo, di cambiare gli eventi già avvenuti. Il concetto chiave che permette questo nuovo comportamento sorprendente è una vecchia conoscenza della fisica: l’intreccio quantistico, un fenomeno non ancora pienamente compreso ed è una sorta di “unione” tra due particelle subatomiche, che non importa quanto lontano sono tra loro.

Quando le particelle sono due “intrecci”, eventuali modifiche che effettuano una immediatamente viene riflessa nell’altra , anche se questo è all’altra estremità della galassia. Ora, per la prima volta un gruppo di ricercatori è riuscito a intrappolare le particelle dopo esser state misurate, cioè, a posteriori in un momento in cui alcuni di esse possono non esistere più. Gli autori dell’esperimento denominato “radicale” appaiono nel documento questa settimana su Nature Physics.
“Il fatto che queste particelle siano impigliate o meno è qualcosa che è stato deciso dopo che sono state misurate”, afferma Ma Xiao-song dell’Istituto di ottica quantistica all’Università di Vienna, e risulta esserne il primo autore. In sostanza, i ricercatori sono riusciti a dimostrare che le azioni intraprese in futuro possono influenzare gli eventi passati. A condizione, ovviamente, di limitare l’evento nel campo della fisica quantistica.

L’intreccio QuantisticoLì, nello strano mondo delle particelle subatomiche, le cose accadono in modo molto diverso di quanto non facciano nel mondo “reale” e al macroscopico possiamo vedere e toccare con mano ogni giorno tutto intorno a noi. Infatti, quando l’intreccio quantistico è stato innanzitutto previsto, lo stesso Albert Einstein ha definito l’idea “azione spettrale a distanza”. Poi, negli ultimi decenni, l’intreccio è stato testato centinaia di volte in laboratorio, ma fino ad oggi i fisici sono riusciti a trovare il modo di causare questo tipo di “comunicazione istantanea” tra due particelle che non sono in contatto fisico. Ora il team dell’Università di Vienna, ha compiuto un ulteriore passo verso questo intreccio, e ha ottenuto ciò che nessuno era stato in grado di fare.
L’esperimento è stato fatto con le particelle di lucePer il loro esperimento, i fisici hanno iniziato da due coppie di particelle di luce, cioè due “pacchetti” di due fotoni ciascuno. Ciascuna delle due particelle e ciascuna coppia di fotoni sono intrecciate tra loro. Più tardi, un fotone di ogni coppia è stato inviato ad una persona ipotetica di nome Victor. E delle due particelle (uno per ogni coppia) sono state date a Bob e l’altra ad Alice.

(Bob e Alice sono nomi comunemente usati per illustrare gli esperimenti di fisica quantistica). Victor, con un fotone di ogni coppia intrecciata, possedeva il pieno controllo sulle particelle di Bob e Alice. Ma cosa succede se Victor decide di trasformare il loro intreccio in due particelle? In tal modo, anche i fotoni Alice e Bob (e intrecciate con ciascuna dei due fotoni in possesso di Victor) si intrecciano con l’altro. La buona notizia è che Victor può decidere di effettuare questa operazione ogni volta che vuole, anche dopo che Bob e Alice aveva misurato, modificato o addirittura distrutto i loro propri fotoni. “Ciò che è veramente fantastico, dice Anton Zellinger, dell’Università di Vienna e co-autore dell’esperimento, è che la decisione di intrecciare i due fotoni può essere assunta molto più tardi. Anche in un fotone che altri avrebbe potuto fermare”.

Un esperimento predetto 12 anni faLa possibilità di effettuare questo esperimento era stato previsto nel 2000, ma nessuno era riuscito a portarlo avanti. “Il modo in cui si intrecciano le particelle spiega Zeilinger, li sta inviando in un cristallo il cui mezzo è uno specchio. Il vetro riflette la metà dei fotoni e passa per l’altra metà. Se si inviano due fotoni, uno a sinistra e uno a destra, ciascuna di esse dimenticano la loro provenienza e perdono la loro identità e entrambe si intrecciano”. Zeilinger afferma che la tecnica potrebbe un giorno venir utilizzata per la comunicazione tra due computer ultraveloci e l’intreccio quantistico può essere utilizzata per memorizzare le informazioni. Naturalmente, una macchina del genere non esiste ancora, anche se gli esperimenti descritti rappresentano un grande passo verso questo obiettivo.

“L’idea, dice Zeilinger, è di creare due coppie di particelle, e inviarle una a un computer e una all’altro. Quindi, se queste particelle si intrecciano (come nell’esperimento), i due computer possono essere utilizzati per scambiare informazioni”.

(fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it)

martedì 15 maggio 2012

Gli scopi oscuri del progetto Blue Beam


Cosa si fa per controllare il mondo. Siamo troppo stupidi per capire che chi sta sopra di noi vuole solo piegarci al suo volere e continuiamo a fidarci delle autorità, continuiamo a fidarci dei governi, continuiamo a dare ascolto a quello che dicono, perchè se lo dicono loro, deve essere vero. Se non possiamo più fidarci dell'autorità di chi potremmo mai fidarci? Immaginate una massa impaurita e terrorizzata, in preda al panico assoluto che vuole solo sopravvivere, e immaginate ora una persona che rappresenta "l'autorità" dire alla massa, "potete uscirne tutti sani e salvi, l'importante è che seguite le nostre istruzioni".

Il gioco è fatto, la massa è stata impaurita, è stata piegata, è stata salvata ed è felice credendo fermamente che, chi l'ha salvata, abbia bisogno di tutto l'appoggio e la stima possibile. Completamente inconsapevole, unita sotto un'unica bandiera di un unico, grande, Nuovo Ordine Mondiale. Agghiacciante se si verificasse vero? Già, come sempre vi sto raccontando una favola, purtroppo senza lieto fine. Il bisogno principale è che la gente sia manipolabile. Benissimo, ci sono i media, ma non bastano. Per fortuna qualcuno tra la popolazione inizia a guardare con occhio critico quello che i media raccontano a modo loro. E allora che fare? Far vedere alla massa qualcosa di terribile, così che tutti possano verificare che è vero. "Se non vedo non credo", in un imminente futuro questa affermazione potrebbe non valere più. 

Ed è qui che entra in gioco il progetto segreto Blu-Beam della NASA. Tale progetto parla dell’uso di ologrammi proiettati nell’atmosfera col fine di inscenare  l’arrivo del nuovo Messia New Age, che unirà tutte le religioni all’interno di un’Unica Religione Mondiale.  L’utilizzo degli ologrami sarà abbinato a quello delle nuove armi psicotroniche che ci dovrebbero far sperimentare un finto “salto di coscenza new age". Ma non è tutto. Come vi comportereste se un giorno, accendendo la tv, ci sarebbe una notizia del genere: "oggetti provenienti dallo spazio stanno attaccando la Terra, gli eserciti di tutto il mondo si stanno mobilitando". 

Sareste sicuramente spaventati, l'ha detto la tv, quindi deve essere vero! Ed ecco che i capi di stato iniziano a fare discorsi alle proprie nazioni, chiedendo la massima collaborazione ai cittadini. Ed è proprio quello che potrebbero fare, simulare con gli ologrammi un attacco alieno, al fine di sfruttare le nostre debolezze. Chiariamoci: con questo non significa che gli alieni non esistono e quello che si vede sono tutti ologrammi, ma si vuol far leva su quelle che sono le maggiori paure e insicurezze della gente dovute a cose che la maggior parte di noi ancora si ostinano a rifiutare.

Vi lasciamo a due video molto esplicativi:








(fonte: http://eclissidelmondo.blogspot.it)

sabato 12 maggio 2012

Il fantasma di Azzurrina, fine delle riprese


Ricorderete tutti che noi di Universo Ignoto abbiamo trattato in passato con un articolo speciale il caso del castello di Montebello, famoso per la storia di Azzurrina.
Per chi se lo fosse perso l'articolo è consultabile qui

Come molti di voi saprete era attualmente in lavorazione un film-documentario basato su questa storia e ora le riprese sono giunte al termine.

Ora dopo due settimane di riprese, il set de chiude i battenti lasciando il Castello di Montebello diventato la casa temporanea del regista Giacomo Franciosa e della sua troupe. E’ stato un set diverso da tutti gli altri, dove ci sono verificati episodi anomali che hanno caratterizzato queste settimane di lavorazione. Davanti alla macchina da presa si sono alternati gli attori Matilda Lutz, Paolo Stella, Laura Rosi, Gianfranco Terrin e Tatiana Luter, i cinque protagonisti, coordinati dall’organizzatore generale Everlyn Fazzini, tutti hanno recitato in inglese facendo divenire l’opera internazionale
.
Questo progetto della Cabiria film, è un lavoro diverso da tutti gli altri, per la prima volta nella storia del cinema è stato girato un reality documentario a cui hanno partecipato i componenti di Iperlab di Bologna Daniele Gullà perito forense nell’analisi di suoni e immagini, l’ingegner Luciano Pederzoli, la dottoressa Florentina Zamfirescu  sensitiva esperta nell’analisi delle fotografie, nel gruppo anche la  sensitiva Diana Richeldi.  Sul set pure il ricercatore indipendente Mattia Mascagni: fotografo, ricercatore e sensitivo.

Il Fantasma di Azzurrina è stata una lavorazione del tutto originale, e come accade nella vita dove c’è sempre una prima volta, altrettanto si è verificato in questo film, infatti è una novità che venga girato un documentario che mostra il retroscena tecnico scientifico dietro alla lavorazione, e si è cercato di far luce, attraverso le consulenze di esperti, sui fenomeni anomali.

Un’idea originale quella avuta da Franciosa, di comunicare al pubblico ciò che c’è dietro le quinte, sfatando anche i tabù rifiutati dalla scienza ufficiale. Il regista abruzzese ha avuto il coraggio di sperimentare assieme ai tecnici, creando un documentario all’interno del film che ha sfruttato le strumentazioni di tecnici all’avanguardia. Il Fantasma di Azzurrina ha riferimenti reali intrecciati con la fantasia del suo regista, le musiche sono invece state composte dal maestro Sandro Di Stefano.

Ora la prossima tappa di questo lavoro è la presentazione al festival di Cannes, la produzione successivamente punterà anche ad una proiezione a Venezia, ma questo reality documentario ha tutte le credenziali per poter girare su tutti i circuiti cinematografici nazionali e internazionali.

(fonte: http://www.altarimini.it)



martedì 8 maggio 2012

Il caso Zanfretta


Di Roberto Terzaroli



Dopo la pausa di una settimana, oggi Universo Ignoto desidera portare alla vostra attenzione il caso Zanfretta, trattato anche nell'ultima puntata di Mistero su Italia 1, un caso dei casi italiani di incontro ravvicinato sicuramente più autentici e supportati da numerosi riscontri.

Abbiamo avuto modo di conoscere personalmente Fortunato Zanfretta ad una conferenza di Roma l'anno scorso e ci è sembrata una persona alla mano, semplice e sicuramente priva della mania di apparire davanti alle telecamere, prerogativa purtroppo di altri personaggi simili, tutto questo è sicuramente una prova positiva a supporto della sua storia.

Inoltre c'è da dire che solo per aver raccontanto la sua vicenda questo personaggio si è ritrovato senza lavoro, senza una famiglia e senza più amici, questo per chi pensa che balzando alle cronache con questi racconti ci sia solo da guadagnare.



Ma veniamo al punto, cos'è successo quella sera del 6 Dicembre 1978 a questo metronotte diventato suo malgrado cosi famoso?

Zanfretta, conosciuto dai suoi colleghi come una persona tranquillisima, schiva e taciturna, quella sera credeva di aver sorpreso due ladri ma si sbagliava...

Riportiamo il suo racconto integrale narrato da lui stesso nel libro "Il caso Zanfretta"

"Mercoledì 6 dicembre, verso le 23,30, mi sono recato a Marzano per il solito giro di ispezione. A distanza ho visto 4 luci che si muovevano nel prato circostante la villa. Ho pensato subito a dei ladri ed ho provato a chiamare via radio la centrale per avvertire, ma anche la radio si era misteriosamente ammutolita. Il cancello era aperto e mi sono avvicinato per cogliere i ladri di sorpresa. E' stato allora che mi sono sentito spingere e mi sono voltato di botto con la pistola spianata e la luce accesa. Ho visto qualcosa che mi ha fatto accamponare la pelle. Era un essere mostruoso, spaventoso e molto alto. Per vederlo in viso ho dovuto alzare la pila ed ho calcolato che non poteva essere meno di tre metri. Sono corso via ma ho avvertito una luce alle mie spalle. Mi sono voltato e sono rimasto abbagliato da un veicolo di forma triangolare ma molto piatto che si alzava da dietro la villa con un sibilo. Era molto luminoso e più grande della stessa casa. la luce era tanta che ho dovuto ripararmi gli occhi con il braccio. Si è sviluppato un forte calore tutto intorno."



I carabinieri fecero delle indagini e notarono segni evidenti dell'atterraggio di un oggetto non identificato.Zanfretta in seguito venne sottoposto a ipnosi dal Dott.Morettie le sedute confermarono le sue affermazioni.

Di seguito il video dell'ipnosi:



A detta del metronotte gli incontri continuarono negli anni successsivi con l'ìntroduzione di un nuovo elemento abbastanza controverso, una scatola con all'interno uno strano oggetto che gli alieni avrebbero custodito in luogo segreto conosciuto solo da loro e dove soltanto Zanfretta potesse accedere...lui stesso ha spesso affermato di non sapere dove sia quel luogo e di arrivarci ogni volta come trasportato da una forza invisibile.Questo fatto creò una frattura all'interno dei sostenitori della vicenda, da una parte chi difendeva a spada tratta le sue affermazioni e chi vedeva in questo nuovo elemento una contaminazione a scopo mediatico, in sintesi un particolare inventato di sana pianta per aumentare l'enfasi intorno all'accaduto. Ci fu anche chi tentò di pedinarlo, per scoprire il fantomatico luogo, ma sono racconti molto poco dettagliati e  inevitabilmente modificati dal passaparola.

(Di seguito una ricostruzione)




Ci sentiamo di non esporre pareri riguardo questo aspetto della vicenda in quanto ci sembra quello meno supportato da riscontri oggettivi..

Della scatola di fatti non esiste prova tangibile se non le dichiarazioni stesse di Fortunato, si è detto ch sia impossibile fotografarla o comunque riprenderla attraverso una registrazione video.

Veramente sembra di trovarsi fronte a due fasi distinte della vicenda, una prima in cui avviene l'incontro con queste entità e la seconda diciamo con un aspetto più "contattista" dove chi è testimone di incontri ravvicinati diventa il tramite di un messaggio o comunque di un segreto da tenere ben celato, sembra infatti che le stesse entità non abbiano mai rilevato al metronottte il vero scopo di questo oggetto,sembra che al suo interno contenga delle luci che accese in sequenza sarebbero l'avvisaglia di un evento imminente ma è tutto poco chiaro, questo di fatti è forse l'aspetto più controverso della vincenda, anche se questa come abbiamo detto è un'altra storia.
 
Zanfretta è stato ospitato nel corso degli anni in numerose trasmissioni, e aggiungendo quasi mai nulla di nuovo ha raccontato la sua esperienza, un fatto che come abbiamo detto precedentemente gli è costato caro...in termini sopratutto di affetti delle persone che aveva al suo fianco.

Oltre agli appassionati del settore ufologico Il caso ha attirato le attenzioni di carabinieri, polizia e magistratura.

Il mistero per gli scettici rimane cosi come rimane la fiducia di chi ha sempre creduto nella sua buona fede, ma una cosa sopra tutte resta indelebile, l'impronta di quella notte nella mente di  Fortunato Zanfretta, una notte che cambiò tutto il resto della sua vita.